buono-scuola
(buono scuola) loc. s.le m.- ABBREVIAZIONI
* parola mai attestata abbr. abbreviato agg. aggettivo agg.le aggettivale ar. arabo art. articolo, articolato avv. avverbio avv.le avverbiale cong. congiunzione did. didascalia ebr. ebraico ediz. edizione f. femminile fam. familiare fr. francese giapp. giapponese gr. greco indef. indefinito ing. inglese inter. interiezione intr. intransitivo inv. invariabile iron. ironico it. italiano lat. latino loc. locuzione m. maschile n. neutro p. pagina part. particella pers. persiano pl. plurale port. portoghese p. pass. participio passato p. pres. participio presente prep. preposizione pron. pronome, pronominale rifl. riflessivo s. sostantivo s.le sostantivale scherz. scherzoso spagn. spagnolo spreg. spregiativo superl. superlativo s.v. sotto la voce ted. tedesco tit. titolo tr. transitivo v. vedi, verbo
Incentivo economico concesso, dal governo o da un'amministrazione locale alle famiglie, per sovvenzionare la formazione scolastica dei figli.
- [tit.] Le due strade della Regione per salvare il buono scuola [testo] Francesca Frediani, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, fotografa lo stato dell’arte della discussione sul buono scuola in Consiglio regionale: «E’ inaccettabile che famiglie ed alunni piemontesi delle paritarie debbano pagare le conseguenze delle divisioni interne al Partito democratico. I cittadini hanno bisogno di certezze, non possono certo aspettare che si esaurisca il dibattito tra correnti cattoliche e laiche dei democratici». I grillini prendono spunto dalla presa di posizione del segretario regionale democratico, Davide Gariglio, che ha corretto la comunicazione dell’assessore Gianna Pentenero alla Conferenza sul Diritto allo Studio. Si spiega così la decisione di Sergio Chiamparino di affrontare la questione nella giunta di questa mattina: «Le risorse disponibili sono poche e dobbiamo decidere il modo migliore per spenderle». Dunque ben venga «il confronto nel Pd se è di merito. Tecnicamente dobbiamo vedere se è possibile fare un bando per due anni oppure no privilegiando le fasce più povere». Chiamparino, dunque, lascia aperta una porta alla proposta Gariglio (cioè fare un doppio bando erogando per ogni anno solo il 50% delle risorse precedenti) ma riconosce anche la decisione dell’assessore Pentenero di modificare subito il tetto massimo di reddito Isee (oggi 40 mila euro) che rende possibile anche alle famiglie non bisognose di accedere al rimborso delle spese per le rette delle scuole cattoliche e private. Se Chiamparino ha spostato il confronto chiamando in causa il parere tecnico degli uffici restano i problemi politici nel Pd. Le tifoserie Pentenero vuole evitare le polemiche con il suo segretario e spiega che dal suo punto di vista «è necessario superare la tradizionale divisione tra “tifosi” delle scuole paritarie e “difensori” delle scuole statali». E spiega: «La questione è molto complessa e fa i conti sia con le generali difficoltà economiche sia con le cattive abitudini della giunta Cota e con le passività che ci ha lasciato». Ecco perché più di cercare di «dettare la linea si tratta di entrare nel merito delle questioni». E le questioni, appunto, sono soprattutto economiche: «La giunta Cota ha applicato la legge iniziando ad utilizzare le risorse degli anni successivi per dare copertura a bandi sempre più slittati nel tempo». E si arriva al 2013-2014: l’anno scolastico è terminato senza l’emissione del bando «e con le risorse insufficienti sul bilancio corrente a meno che non si adotti nuovamente il sistema di prendere in giro le famiglie e non dare sufficiente copertura, aprendo così nuovi “pagherò”». Modello da cambiare L’assessore cosi’ si impegna a «predisporre un piano annuale che, nel rispetto della libera scelta educativa e dei principi della legge 28 del 2007, consenta di pubblicare un bando con risorse veramente disponibili nel bilancio e adeguate a coprire il reale fabbisogno». Il primo passo dovrebbe essere la «revisione delle fasce Isee (oggi si ottiene un contributo con un tetto massimo di 40 mila euro) che tenga conto del mutato quadro delle risorse e di condizione socio economica delle famiglie». Questo potrebbe poi portare ad «una modifica del modello che riprenda, ad esempio, il sistema di finanziamento adottato per le scuole di infanzia paritarie». Confronto aperto Insomma, il confronto è aperto e Pentenero vuole coinvolgere non solo la conferenza sul diritto allo studio ma l’intero Consiglio regionale a partire, naturalmente dal Pd: «ma senza difese di una posizione o dell’altra per interessi elettorali a scapito di un servizio che dobbiamo garantire a tutti gli studenti». Francesca Frediani, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, fotografa lo stato dell’arte della discussione sul buono scuola in Consiglio regionale: «E’ inaccettabile che famiglie ed alunni piemontesi delle paritarie debbano pagare le conseguenze delle divisioni interne al Partito democratico. I cittadini hanno bisogno di certezze, non possono certo aspettare che si esaurisca il dibattito tra correnti cattoliche e laiche dei democratici». (Maurizio Tropeano, Stampa, 8 settembre 2014, p. 45, Cronaca di Torino).
Tipo: Composizione / Nome+nome
Formanti: buono 2 [s. m.], scuola
Pubblicato in: Neologismi quotidiani, Firenze 2003
Il Vocabolario Treccani. Neologismi. Parole nuove dai giornali, Roma 2008
Grande dizionario della lingua italiana, Supplemento 2004 (attestato nel 2000, nella variante "buonoscuola")
Grande dizionario italiano dell’uso, Torino 2007 (s. v. "buono 2")